Mai perdere i propri punti di riferimento.
Alcune persone hanno dei tratti così distintivi che potremmo riconoscerle anche a cento metri di distanza. Una caratteristica fisica, un’andatura, un modo di essere, una forte personalità: elementi che anche gli osservatori meno attenti saprebbero ravvisare e che determinano inevitabilmente punti di riferimento inossidabili.
Con la musica dei Queens of the Stone Age si verifica un meccanismo di identificazione simile: sono sufficienti poche note per ritrovare un ambiente conosciuto e confortevole a cui attribuire immediatamente una paternità. È un privilegio che la band di Josh Homme ha costruito nel corso di una carriera lunga oltre venticinque anni, grazie a una stella che non ha smesso mai di brillare, seppure con diverse intensità di luce. Per questo, l’uscita di In Times New Roman…, sei anni dopo l’ultimo Villains, è uno di quei momenti che si attendono con la giusta dose di impazienza e curiosità e su cui è lecito avere delle aspettative.
Emotion Sickness non è un titolo del tutto casuale per chi, come il leader dei QOTSA, ha vissuto un periodo di turbolenti rapporti umani. Una rabbia scandita con parole di rancore e chitarre taglienti, ritmi cadenzati e ritornelli avvolgenti, coerente con un certo percorso sonoro ma allo stesso tempo vivo, presente, contemporaneo. Il visionario videoclip di Liam Lynch è il giusto abito per poterlo contenere.
Queens of the Stone Age Josh Homme
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