Un uomo defilato al comando.
I Bauhaus si sono formati alla fine degli anni Settanta. Sciolti nel 1983. Riformati nel 1998. Sciolti a inizio 1999. Riformati nel 2005. Sciolti nel 2006. Riformati nel 2019. Sciolti nel 2022. Probabilmente stavolta per sempre (anche per mere questioni anagrafiche). Il motivo? Sempre il solito, tutte le volte: Peter Murphy, artista immenso con un ego altrettanto grande che ha fagocitato qualsiasi cosa gli capitasse nella vita, facendo man mano terra bruciata attorno a sé.
David J lo sa. Lo ha sempre saputo. Ci ha pure provato più volte, ma niente da fare: il figlio illegittimo di Ziggy è tanto bravo quanto inaffidabile, e soprattutto scrive poco. Il bassista invece è sempre stato un compositore prolifico, mai avaro di uscite eccellenti seppur ingiustamente passate semi-inosservate al di fuori della stretta cerchia di fan.
Torna oggi con un nuovo progetto che è una via di mezzo tra un album e un EP, e come sempre stupisce per una vena compositiva vivida e ispirata. Albino Dog, per esempio: una ballata crepuscolare dal forte tono cinematografico che riesce a mischiare sapientemente suoni mediterranei con intuizioni West Coast senza mai diventare una parodia di se stessa, con il pifferaio David che ci accompagna nel suo viaggio fatto di visioni, sensazioni e suoni dilatati, convincendo e catturando.
Con una (remunerativa, per loro stessa ammissione – viva la sincerità!) reunion dei Love and Rockets alle porte, David si conferma come l’autore più prolifico del fu quartetto di Northampton, seguito a ruota da Daniel Ash e Kevin Haskins. Un autore che sarebbe un crimine ricordare solo per quanto fatto con i Bauhaus: andare a ritroso nella sua sterminata discografia regalerà piacere agli amanti della musica tutta, e questo ultimo lavoro può essere un ottimo punto di partenza.
David J & Comrades David J Bauhaus Peter Murphy
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