Pare il 1995, e non è niente male.
È tornata Alicia Bognanno con i suoi Bully. La copertina del singolo fa onestamente temere il peggior pop-rock ’80-’90 ma non appena parte la musica si sente il tiro e il fuoco dentro. Rock, spruzzi di elettronica e pop come di chi ha mandato a memoria Breeders, Hole e tutto il grosso rock indipendente di quegli anni. A tratti il suono e i passaggi sembrano spezzarsi tanta la foga e l’urgenza, ma sotto resta una musicalità fortissima.
Dopo Sugaregg purtroppo la Nostra sembra aver lasciato Steve Albini affidandosi al buon J.T. Daily in fase di produzione (fra le sue numerose collaborazioni ricordiamo Sufjan Stevens, Black Rebel Motorcycle Club, Paper Route e the Voodoo Child) ottenendo in cambio un suono luminoso che potrebbe essere la sua forza.
Già negli scorsi brani editi (Lose You con l’altrettanto splendida Soccer Mommy e Days Move Slow) la direzione sembra essere quella. Siamo a 30 anni fa – anno più, anno meno – ma con una passione e una foga che non ci fanno controllare nemmeno per un attimo il calendario. Del resto, a scanso di pensieri puramente nostalgici, qualche capello ancora l’abbiamo, la nostra verve non sarà quella della trentaduenne Alicia, ma crediamo di saperci ancora difendere in mezzo al pubblico delle grandi occasioni. I giri sono quelli giusti, i ganci anche, da parte nostra possiamo dire che saremo ancora sotto a quel palco.
↦ Leggi anche:
Bully: Days Move Slow
Bully: Feel The Same