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Whatafuck: Supernova
Piccoli Slipknot crescono

Scarmigliare con violenza.

La bora non è un vento: è uno stile di vita, è il sapere che la tua giornata potrebbe essere rovesciata completamente per questioni meteorologiche. Per vivere a Trieste bisogna essere dei duri, perché, dietro al caleidoscopio scintillante delle splendide settimane dove le piazze bianche riflettono gioiose i raggi di sole, sono in agguato neri spifferi che uccidono ogni pensiero leggero e mettono a dura prova gli impavidi che osano attraversare a piedi le vie adiacenti alla costa.

Massicci come la rosa dei venti che sta piantata fieramente in testa al Molo Audace, i triestini Whatafuck frullano buona parte del metal pesante degli ultimi 30 anni (ricordi di post-thrash, sludge, nu), che come pezzi di un mosaico vanno a formare la figura del cazzotto pronto a scagliarsi nello stomaco di chi ascolta: nessun imbellettamento inutile, solo assalto crudo a mani nude.

Questo e altro è ciò che trasuda dal loro nuovo singolo, Supernova, brano assassino che – dove pecca in mancanza di originalità complessiva – riesce a compensare egregiamente con tonnellate di groove viziosamente irresistibili nella loro trascinante violenza.

Croce e delizia di questo progetto è la line up: se da una parte il fatto che Davide Giorgi (deus ex machina della band e unico membro di cui si conosce il nome) si sia occupato di ogni strumento è encomiabile, dall’altra manca quella tensione tipica che si crea quando in studio ci sono più elementi, a prescindere da chi sia il compositore. Dato che la band c’è (dal vivo sono in quattro) sarebbe curioso sentire cosa verrebbe fuori da un lavoro di gruppo al cento per cento. Dettagli che non scalfiscono minimamente il valore di Supernova, con buona pace di Corey Taylor e degli Stone Sour.

Whatafuck Davide Giorgi 

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