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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Lucio Corsi (feat. Miu Tanii): La Bocca della Verità
Un giorno per caso in campagna ho trovato una chitarra

Lucio Corsi (feat. Miu Tanii)
La Bocca della Verità

Da grandi saremo tutti polvere, ma che sia da sparo.

I cantautori hanno sempre raccontato storie, alcune personali e altre inventate. Tracciavano percorsi affascinanti regalando momenti indimenticabili ognuno con il suo stile, portando qualcosa di personale o lasciando libera la fantasia.

Tra gli autori che ho in particolare amato ci sono stati Ivan Graziani – mai abbastanza ricordato, con il suo rock e la sua incredibile capacità di raccontare splendide figure femminili –, Giorgio Gaber – con la sua indipendenza e la sua bravura nel descrivere il sociale con sferzante ironia – e molti altri, tra cui qualcuno che ha vissuto brevi momenti di popolarità e saputo giocare con grande abilità creando un proprio mondo (vedi quello colorato e pirotecnico di Alberto Camerini o quello fiabesco e medievale di Angelo Branduardi).

Anche Lucio Corsi vive in un suo originalissimo universo e con Cosa Faremo da Grandi era riuscito a mostrarlo bene, realizzando un lavoro praticamente perfetto: un insieme di brani dove sembrava ricreare una nuova versione del glam rock italiano accompagnato da testi scritti con il suo ormai riconoscibile stile, capace di affascinare l’ascoltatore sotto molteplici punti di vista.

Finalmente è tornato con due nuovi brani Astronave Giradisco e questo La Bocca della Verità, che in particolare vi consigliamo, nel quale afferma sempre più la sua natura glam in versione nostrana (da David Bowie a Marc Bolan, ma appunto anche da Ivan Graziani a – perché no? – a Renatone Zero, ovvero colui che nei primi anni ‘70 era riuscito a rendere il glam stesso un fenomeno nazionalpopolare).

Il brano è cantato insieme a Miu Tanii, e forse per questo ci fa piombare improvvisamente in una dimensione da anime: nel video lei lo tortura vestita da suora, mentre ci urla in giapponese che bisogna abbandonare la musica rock («rokku ongaku wa mō yamete»), anche se, a dirla tutta, il rock è ormai solo da un pezzo.

Lucio Corsi Miu Tanii 

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