La notte, l’oceano, l’Irlanda, New York e le confessioni di un capitano.
La forza della storia, la forza delle tradizioni, la forza della paura. Bestie incontrollabili, di fronte alle quali non siamo che piccoli uomini e piccole donne in balia degli elementi. Così i Lankum ci raccontano di questo drammatico viaggio dalla natia Irlanda alla New York del passato: viaggio in cui il mare si ribella, nascondendo bestie feroci sotto ogni onda.
I fratelli Lynch – Ian e Daragh –, Cormac Mac Diarmada e Radie Peat da più di un lustro portano avanti la loro idea di folk ad alta intensità, che arriva a trascendere le barriere stilistiche e diventa semplicemente musica che fa vibrare e tremare.
In The New York Trader archi e tamburi sono l’addiaccio per la voce di un uomo che sembra essere alla mercé di qualcosa più grande di lui. Più grande di lui, come una storia di quattro secoli di folk irlandese che, caricata sulle spalle, pesa come un macigno, ma, quando inizia a rotolare e si schianta in acqua, dà una potenza incredibile alla barca che ne viene smossa. Il capitano si confida, il mare si ribella, i Lankum si stringono fra loro e riescono a portare a casa una ballata che sembra ricoperta di pece e pericolo, tanto che vedendo le luci di New York in lontananza non siamo per nulla certi si tratti della realtà: forse la mente ha vacillato tra i flutti e siamo irrimediabilmente perduti.
Il disco che contiene questa caracollante avventura si chiama False Lankum, dura 70 minuti, ed è un vagabondaggio nel quale entrare armati soltanto di un lumino, qualche bicchiere e un bel po’ di bottiglie.
Se amate le intensità oscure, i bordoni acustici, le voci che ti chiamano da dietro le spalle, la perdizione, la trascendenza e certi whisky dove la terra si sente più che la botte… beh, non fatevi scappare questo trip.