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Bully: Days Move Slow
Non faccio black metal, tranquilli.

Non sei qui, ma ti cerco in meravigliosi ricordi.

Oh, carissima Sub Pop. Avessi fatto il poeta, ti avrei di certo dedicato almeno un’ode, ma anche una cosuccia così, inserita tra le pagine di qualche sbandata raccolta di sonetti, come un fiorellino pressato che macchia il libro di ricette della nonna. Due versetti alla «m’illumino d’immenso», per capirci, giusto per onorare concisamente l’inestimabile valore dell’etichetta musicale che, forse più di tutte, ha incarnato lo stravolgente iter della musica rock e alternativa, dalla metà degli Eighties, fino ai giorni nostri, sbagliando poco, forse nulla. E Bully è solo un altro dei tanti nomi che continuano a rinnovare uno speciale lievito madre che tanto ha dato da mangiare a Seattle e, ovviamente, a tutto il resto del globo.

L’(ormai) solo project di Alicia Bognanno torna a spaccare gli strumenti al centro di una noiosa balera di periferia, rincorrendo con rispetto e senza scelte esageratamente derivative un timido grunge revival incastonato splendidamente nel marasma musicale odierno, da cui seleziona e incorpora gocce di indie rock e vibrazioni shoegaze.

Days Move Slow rattoppa con serena lucidità lo squarcio nell’anima della cantante di Nashville, aperto dalla scomparsa della fidata cagnolona Mezzi: è un’oscillante progressione di power chords a scandire il corposo respiro del secondo estratto da Lucky for You, un andamento dalla pellaccia ruvida – con un testo che ristagna nel dolore ancora vivido – ma dal comparto strumentale che lacrima gioia e consapevolezza per tutto ciò che di meraviglioso è stato in precedenza.

Amore sconfinato, che sopravvive strenuamente nei bei ricordi e che germoglia tra movenze grunge e garage, con nitidi echi alle Hole e alla distorsione contaminata dei Pixies, aggrappandosi saldamente alla timbrica incisiva della mastermind del progetto, a metà tra il graffio vocale di Courtney Love e la profondità tagliente di Billy Nomates.

Trarre il meglio dal peggio, questo è il semplicissimo messaggio che Alicia Bognanno affigge al di fuori della porta ancora chiusa del suo quarto full-length, un lavoro intimo e personale, uno step fondamentale e assolutamente necessario per la carriera della giovane musicista del Tennessee.

Bully Alicia Bognanno Hole Pixies 

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