New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

Sparks: The Girl Is Crying in Her Latte
Avevo chiesto un lungo in vetro macchiato con latte di soia!

Sparks
The Girl Is Crying in Her Latte

La depressione ai tempi di Starbucks.

Perché la ragazza sta piangendo lacrime amare sulla sua tazza di caffè macchiato? Per compensare il fatto di aver esagerato con il dolcificante? O solo perché il wi-fi del bar momentaneamente non funziona? Vai a sapere. Gli Sparks non sembrano preoccuparsi troppo dei motivi, e comunque rimangono per natura ottimisti: «Is it due to the rain / Or is she in some pain / She looks physically fine / Guess it’s something benign».

D’altra parte, in un mondo come quello di oggi, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta: catastrofi ambientali, disastri finanziari, guerre, pandemie, sconvolgimenti politici e ora pure Meta che non trova gli accordi con la SIAE per farci mettere la musichetta giusta sulle nostre Instagram stories. Meglio di niente, anche un povero caffellatte può servire come àncora di consolazione per soffrire meno nel momento in cui i tipici ingranaggi del tardo capitalismo continuano a stritolarci inesorabilmente.

Ron e Russell Mael vanno seminando beffarde didascalie in calce alla vita moderna da ormai più di cinquant’anni e venticinque dischi, e anche a questo giro riescono a catturare uno specifico Zeitgeist e a cristallizzarlo in una semplice, comunissima immagine: una spaventata millennial sull’orlo di una crisi di nervi che si sofferma a gustare le delizie di un coffee shop, mentre il pianeta intorno contempla se stesso candidarsi ad arma di autodistruzione di massa. Una tazza da cinque dollari almeno nel ruolo della copertina di Linus, fonte di energia per affrontare l’ennesimo pomeriggio di merda, ma anche simbolo di vergogna generazionale, che se la gioca con i toast all’avocado in quanto a soldi spesi male in un ingiustificato sovrapprezzo.

Insomma, come sempre quando parliamo degli Sparks, non c’è molto da ridere e c’è un botto da ridere allo stesso tempo. Per esempio, chi è quella buffa signora vestita di giallo mostarda che balla sinuosa come un’invasata al ritmo di questo atipico electropop frizzantino nelle sue cuffie rosso ketchup? Per caso la vincitrice di due Oscar? Proprio lei. Cate Blanchett si dimena con la consueta grazia, Russell la guarda da un panchetto sfoggiando una felpa che recita “burro” (abbozzate una smorfia se l’avete capita), intanto che Ron siede al tavolo impersonando sia il cliente che il cameriere. Perché ok piangere sul proprio latte versato, ma a un certo punto tocca anche alzarsi, prendere uno scottex e pulire quel macello una volta per tutte.

Sparks Ron Mael Russell Mael 

↦ Leggi anche:
Kimono My House: benvenuti in casa Sparks
Sparks: Missionary Position
Il primo, grande passo della Devo-luzione

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 4 persone!