One, two, three, four: pronti a ballare nell’aldilà.
Nella loro carriera quasi ventennale, i Portugal. The Man ci hanno insegnato a non abituarci agli schemi e a non dare per scontato nulla che riguardi il loro modo di comporre. L’originalità della loro produzione, del resto, è intuibile fin dalla scelta della ragione sociale e si è sviluppata nelle tendenze variopinte del loro percorso sonoro. Woodstock, nel 2017, aveva in qualche modo segnato un punto di svolta: il rock alternativo e psichedelico delle origini si era via via tramutato in un indie pop pieno di personalità e capace di conquistare il grande pubblico, soprattutto grazie a brani attraenti come Feel It Still e So Young.
Quale sia il discorso che la band statunitense vuole intraprendere nell’immediato futuro, Dummy è il ponte che congiunge il presente alla strada fin qui avviata: un brano così immediato e catchy che si incolla alle orecchie senza volerne più uscire, ma allo stesso tempo una riflessione amara sul tempo e sulla fragilità della vita terrena. Registri contrapposti tenuti insieme dalla forza del ritmo, come a sottolineare una crescita artistica che prescinde dai generi ma che piuttosto va verso la quadratura del cerchio. Senza mai smettere di ballare.