Non chiudete quella porta.
Il gallese mancava ormai dal 2017, anno di pubblicazione del suo I Romanticize. Così, quando ha annunciato l’uscita del nuovo Milk for Flowers, con collaboratori come Cate Le Bon (che si è occupata della produzione dell’intero lavoro) e John Parish, i nostri sorrisi si sono allargati sempre di più. Pochi infatti erano riusciti a sembrare freschi e trascinanti come Hum Evans che, vestiti i panni di H. Hawkline (pseudonimo sottratto al western gotico firmato da Richard Brautigan nel 1974).
Un album, Milk for Flowers, che l’autore ascrive al regno del divino: colmo di tormenti, auspici, santi e panettieri. A introdurlo è quella che ci viene presentata come una stanza vuota: Empty Room il singolo, che si avvicina ai sette minuti e che vorremmo non finisse mai. Un’orchestrina leggera ma dolente accompagna H. Hawkline che chiede di non andarcene, lasciando aperta la porta: non vuole essere abbandonato, non vuole cadere a pezzi. La canzone si dipana con un candore e una leggerezza che negli anni sono diventati la cifra stilistica dell’autore, ma l’impressione è che questa volta si sia fatto un passo nella direzione del grande pop autoriale.
Bentornato Hum, le premesse sono quelle giuste e la tua assenza è magicamente volata via, come sabbia nel deserto.
Cate Le Bon John Parish Hum Evans H. Hawkline
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