Spegnere le chiese bruciate con una secchiata di post-punk freschissimo.
Il salmone. I boschi sterminati. I fiordi. L’aurora boreale. Le chiese bruciate. Per questo e altro è famosa la Norvegia nel mondo. A livello musicale prevalentemente per l’ultimo punto.
Ma non di solo black metal si nutre il normanno, ed ecco a correre in salvo di tutte le anime meno nere i Furious Fossils.
Nati come da descrizione dalle rive fangose della Glomma (il riferimento a Cobain e compagnia è più generazionale che strettamente musicale), i Nostri debuttano con un singolo omonimo che colpisce per freschezza compositiva e piglio old style. Con un giro scippato a Gloria nella versione di Patti Smith, il brano riporta in vita quel post-punk meno doom & gloom, figlio più di roba alla Psychedelic Furs (le strofe) e Smiths (il ritornello, che odora anche di Cure anni ‘90). Meno impegnati e nervosi degli inflazionatissimi Joy Division, ridanno fiato a un revival che troppo spesso si è crogiolato nel suo essere monocromatico, dimenticandosi le infinite sfaccettature che le schegge impazzite post ‘77 sono riuscite a regalare alla musica.
Piacevole e scanzonata, Furious Fossils ha il potere di restare incollata in testa anche dopo un solo ascolto: un buon brano, non pretenzioso, che fa della sua apparente semplicità un punto di forza e che fa ben sperare per il debutto vero e proprio.
Ora, dopo questa boccata d’aria, potete tornare a mettere su Dunkelheit a palla.