Il piacere sottile di sentirsi bene con se stessi.
C’è una strana calma interiore nei nuovi brani di Rozi Plain, come se la risolutezza delle sue composizioni fosse un riflesso di una fase della vita in cui le cose sono tutte state messe nel posto giusto.
Dopotutto, le canzoni sono di chi le scrive, ma – come si dice spesso – sono soprattutto di chi le ascolta, perché diventano un patrimonio comune e uno strumento per guardarsi dentro o per vedersi dall’esterno.
Painted the Room riesce a raccogliere l’energia e la vitalità che arriva quando ci si libera di una situazione spiacevole, creando un particolare alone di magia che riesce a infondere serenità e malinconia passando per tutti gli stati d’animo intermedi. Una cosa che sembra venire particolarmente bene alla cantautrice britannica, capace di unire uno stile minimale a una grande personalità, toccando soltanto le corde giuste. Come a dire che non servono troppe parole quando si è in grado di capire quali sono quelle da usare. Il risultato è un’impronta elegante e profonda, piena di slanci emotivi che si riverberano in tutte e dieci le canzoni del nuovo album Prize.
Calma interiore, si diceva: quella di uno sguardo sul presente lucido e determinato messo in musica attraverso melodie luminose e una voce incredibilmente attraente.