Prima balla, poi pensa. È l’ordine naturale.
At Least I’m Dancing è un pezzo potenzialmente molto pericoloso. Ron Gallo, da Philadelphia, si muove per il mondo shakerando su una dichiarazione di intenti che non può lasciare indifferenti. Funk? Punk? Dance? Non si sa… si attaccano le cuffie a un muro e si parte, alla qualunque.
Immaginatevi dei Beastie Boys in visita alle ESG con dei baffi a manubrio. Non ci siete nemmeno vicini. James Murphy reincarnato nel copro di Omar Rodríguez-López degli At the Drive-in? Fuochino.
Brano terribilmente appiccicoso ed efficace, ci porta al punto in cui tutto quello che vogliamo è ballare come Ron Gallo, muoverci come Ron Gallo, approcciare la vita come fa Ron Gallo. Una droga, della quale non potremmo fare a meno fino all’uscita del suo nuovo disco (su Kill Rock Stars Record), intitolato Foreground Music.
Una possible next big thing? Non vorrei sbilanciarmi troppo, considerando anche che Ron in realtà è in giro da una decina d’anni, ma a questo giro sembra aver trovato il gancio per fare sfracelli, fra riff appiccicosi e anthems da saltare e urlare in coro. Quale che sia, non credo gli importi: at least he’s dancing.
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