Il suono del brit punk che parte da Sanremo.
Haters di tutto il globo, placatevi un attimo. Tutto sommato è finito il periodo in cui essere defenders, e ai poser, se non lo siamo comunque diventati, ci siamo decisamente abituati, non trovate? In fondo in fondo, la maglia degli Slayer da H&M fa comunque piacere vederla addosso ai più giovani. E se è per conformismo alle mode che oggi hanno tutti le Vans e il chiodo, alla fine poco ci possiamo fare. E poteva decisamente andare peggio.
Måneskin è un brand di (estremo) successo, nato in vitro da qualche parte vicino a Sanremo e poi viralizzato con un buon sistema di tubi e cateteri: la forma è ottima, la messa a fuoco è quella giusta, costumi e scenografie sono costruite dai migliori lavoratori della bottega musicale che sforna i dollaroni veri e tutto ciò che viene fatto (matrimoni inclusi) sono più controllati che i discorsi alla Casa Bianca. I suoni, poi, in questo nuovo Rush! sono a cura di Max Martin che, ecco, è quello che – giusto dopo i due Beatles più famosi – ha raggiunto più hit al numero 1 nelle classifiche di ogni dove. L’album suona, infatti, canzone dopo canzone, come il meglio della musica radiofonica possa suonare oggi. Naturalmente con quei fini, con quella plastica, con quell’aria che tira: l’abbiamo già detto.
Sembra forte, tutto sommato, che proprio in un paese come il nostro che sembra aver dimenticato – almeno in certi piani alti (altissimi, in questo caso) – cosa voglia dire musica, si sia partorito il nuovo gruppo più ascoltato al mondo. E che suona come quelli che piacciono alla gente che compra ancora i vinili e ascolta i dischi per sentirli dall’inizio alla fine! Pensate un po’. Nemmeno i Greta Van Fleet ce l’hanno fatta a raggiungere questi apici di successo. E il verso ai Led Zeppelin l’hanno fatto piuttosto bene, no?
Questi Kool Kids hanno pure imparato a prendersi gioco di loro stessi, del sistema, dei loro testi, addirittura. E lo fanno, in un pezzo (dire singolo non ha più senso, in tempi come questi) che suona come gli IDLES, gli Sleaford Mods, quelli che vanno di moda tra i nuovi post-punk addicted, con i suoni della cool music inglese di questi anni. La canzone è proprio una di quelle che non skipperemmo in macchina, quando non sappiamo del perché e del percome, del chi suona e da dove arriva, che ci farebbe perfino dire: «all’estero vendono ‘ste cose, in Italia c’abbiamo ancora Antonacci che fa dieci date consecutive al forum di Assago».
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