Alla fiera dell’est, per due like, un topolino la sua anima piegò.
L’erba del vicino è sempre più verde. Ovvero invidiare il prossimo dimenticando ciò che si ha. O si è, volendo. Come riuscire dunque a vivere tranquilli? Semplice, farsi amico il dirimpettaio e coltivare assieme il giardino per unire le proprie esperienze e tirare fuori il meglio da entrambi. Collaborare, per un risultato superiore.
A grandi linee è quello che è successo ai ragazzi del Ciclo Di Bethe (stelle terrene loro, che di nucleare probabilmente hanno il potenziale artistico), vero e proprio supergruppo che vede qui Alessandra “Trinity” Bersiani (La Grazia Obliqua, Il Lungo Addio), Hermes Leonardi (Carmilla, Trees), Alex Sabetti (Trees, Argine), Ilenia Volpe (Giorgio Canali, Umberto Maria Giardini) e Valerio Michetti (Humanima, Fade to Grace) affiancati da Riccardo Sabetti (This Eternal Decay, Spiral 69) e da una vera e propria leggenda vivente come Andrea Chimenti.
Il risultato – L’erba alta, il primo singolo estratto dall’album Novecento – manco a dirlo, è da ricordare. Su una base sonora che miscela sapientemente new wave, alternative e gocce psichedeliche, la voce recitante di Chimenti ci racconta una filastrocca noir che, tra le righe, dice molto più di quello che le parole rappresentano. Un ideale incontro tra i Jane’s Addiction meno armati e i C.S.I. più ispirati, per un brano che già da solo va a riempire un buco che per troppo tempo è rimasto vuoto, quello lasciato da ciò che fu l’indie italiano più colto e raffinato. Musica senza tempo né età che – nonostante (o forse proprio per quello) venga sempre scansata dai media che contano – in realtà è la rappresentazione viva di quanto l’arte delle sette note legate alle parole continui, nel nostro Paese, a partorire eccellenze, almeno nell’underground. Basta saper cercare e ascoltare.
Il Ciclo Di Bethe feat. Andrea Chimenti Il Ciclo di Bethe Andrea Chimenti Alessandra Bersiani Humanima
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