Mamma, la psichedelia turca!
La Altın Gün sono una band olandese composta prevalentemente da musicisti di origini turche. Dal 2018 hanno iniziato a proporre il loro sound psichedelico, e poi elettronico, nel quale inseriscono gli elementi tipici della loro terra d’origine. Operazione che a loro riesce benissimo, come testimoniato da una convincente carriera iniziata nel 2018 e accompagnata da performance live imperdibili, che oggi li vede avvicinarsi al loro quinto album dal titolo Aşk (“Amore”).
Il loro è una specie di etno pop-rock mediterraneo, che a me fa tornare in mente immediatamente il lontano 1991, quando un ragazzo di Bari mi procurò una cassetta autoprodotta dei formidabili Al Darawish, che poi sarebbe diventato il loro primo, bellissimo album.
Rakıya Su Katamam è in realtà una cover di un brano di Selami Şahin: con questa nuova versione ipnotica gli Altın Gün sembrano quindi abbandonare l’elettronica analogica dei loro ultimi album (Yol e Âlem) per tornare alle origini, a una dimensione mai così affascinante e a loro sicuramente più congeniale.
Insomma, anche l’Olanda può riservare piacevoli sorprese e ascolti interessanti. Era comunque dal 2018 (quando Jacco Gardner pubblicava Somnium, uno degli album strumentali più belli dell’anno purtroppo ignorato da molti) che i Paesi Bassi non ci regalavano cose di questo livello. Adesso tocca agli Altin Gün: il 2023 potrebbe essere davvero il loro anno.