Dalla Svevia alla Scozia, in punta di dita.
Sentori folk antichi e una voce che pare il trillo di un menestrello medievale. Alasdair Roberts – scozzese di teutonica nascita – ritorna dopo la collaborazione con i norvegesi Völvur, ormai risalente all’estate 2021.
Eppie Morrie anticipa l’uscita dell’album Grief in the Kitchen and Mirth in the Hall ed è – in quattro minuti e mezzo di durata – tutto quello che si possa chiedere a un brano folk. Chitarra in punta di dita, una lingua che necessita di essere ascoltata con attenzione per trarne significati, per quanto corra nella storia con quel filo di stortura.
Alasdair sembra essere stato catapultato nella modernità per puro caso, legato com’è alla tradizione e a un’immagine antica della musica. Cara grazia, che la Svevia – regione che ha dato i natali al Nostro – si espanse parecchio mandando file dei suoi fino in Spagna e in Portogallo, idiomi che mal si sarebbero sposati con l’indole nordica di Alasdair.
Alasdair, nome che da Alessandro deriva, significa “protettore degli uomini”. Farlo attraverso minuti di musica lenitiva è vitale, indispensabile a sorpassare le stagioni fredde e a infondere storie e coraggio nei nostri cuori. La curiosità per il prossimo album si alza, toccherà attendere fino a fine marzo per poter capire quale direzione prenderà, ma di sicuro l’odierna Scozia sarà terra cui presteremo la giusta attenzione.