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Gold Mass: Flare
Blowin' in the wind (tra i capelli)

Materia e antimateria emotiva.

Emanuela Ligarò gioca con la sua arte utilizzando gli strumenti rigorosi della ricerca sonora per giungere a scandagliare le profondità delle fibre ritmiche come motore di dinamiche armoniche. Con il moniker di Gold Mass, l’artista ha definito gradualmente la propria visione ponendosi all’interno di una dimensione intima in cui l’elettronica diventa un linguaggio essenziale e misurato. Già con l’album d’esordio Transitions, prodotto da Paul Savage (Mogwai, Arab Strap, Franz Ferdinand), si era creata una prima linea di congiunzione tra il versante oscuro delle inquietudini esistenziali e squarci di luce sintetica, ricombinati secondo una sensibilità vicina all’attitudine di James Blake o di Sohn per il loro modo di affrontare la materia emotiva.

I bagliori languidi di Flare, traccia che anticipa il nuovo album omonimo in uscita il 13 gennaio, danno la percezione di una maggiore apertura verso una prospettiva positiva della vita, che passa attraverso la consapevolezza di una forma di necessaria fedeltà a se stessi, ovvero a quella parte di verità che si radica nella nostra esistenza. Rispetto al primo lavoro e al successivo EP Safe, Gold Mass compie un ulteriore scarto verso ritmi in levare e l’attivazione di una modalità dance che non diventa mai una svendita al ribasso sui banchi del dancefloor (piuttosto un ecosistema di contrapposizioni fondate sull’interazione di istanze diverse).

Flare vive di pulsazioni legnose, pattern in reverse che si intrecciano in fitte microstrutture che poggiano su un tappeto di suoni immateriali e sospensioni quasi ambient se solo venissero spogliati da ogni sovrastruttura. Il video del brano curato dall’artista digitale Stas Sumarokov diventa la sua naturale estensione, proprio per la rappresentazione dell’interno variopinto di una materia sconfinata che sfugge a ogni definizione.

Gold Mass Emanuela Ligarò 

↦ Leggi anche:
Gold Mass: Happiness in a Way
Gold Mass: SAFE

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