Un lungo percorso psichedelico dentro cui trovare un riparo accogliente.
Quando nelle giornate invernali di sole si ha la fortuna di poter passare qualche ora fuori, ci si accorge dei cambiamenti della luce solo dopo che sono avvenuti, e ci si ritrova di fronte al fatto compiuto del tramonto che sta iniziando e del buio che sembra arrivare troppo presto. È una sensazione ambivalente in cui però prevale la soddisfazione di aver sfruttato al meglio la giornata, di aver vissuto a fondo il mondo di fuori prima di tornare a rintanarci nei nostri luoghi sicuri e riscaldati.
L’incedere costante e continuo dentro il quale si viene immersi durante l’ascolto di Binah rimanda a un’emozione simile. Il brano che chiude il nuovo album dei Dead Meadow Force form Free, infatti, accompagna l’ascoltatore alla fine di un viaggio fatto di sonorità ipnotiche e percezioni rallentate in cui lo spazio si dilata e si perde gradualmente la consapevolezza del percorso. D’improvviso sono trascorsi otto minuti e, pur rimanendo storditi e inebriati, ci si sente nel posto giusto e con addosso la piacevole impressione di un’esperienza appagante.
La psichedelia del resto mira a eliminare le barriere dando voce all’inconscio: dopo 25 anni in questa direzione i Dead Meadow sono in grado di farlo in modo sempre più raffinato, eliminando tutti gli elementi superflui.