Metabolizzare una lontananza dolceamara.
Due picchetti piantati a terra, uno all’ombra del Big Ben, l’altro sotto i cocenti raggi solari che illuminano la California. La fune che collega le due estremità è una rotaia immaginaria di bei ricordi che si infrange nell’immensità dell’oceano.
Lasciare andare, ci spiegano i Daughter, è la scelta più ostica e al contempo saggia quando un vincolo speciale deve spezzarsi per rimanere tale: Be on Your Way è testimone di immagini piacevoli e sfuggenti, memorie ancora vivide di un legame costretto ad arrendersi al silenzioso potere della distanza, ma congelato nei suoi momenti più graziosi, intimi, raccontati in prima persona dalla meravigliosa voce di Elena Tonra.
I londinesi riemergono dalla foschia, riaprendo quel loro greve bagaglio di emozioni rimasto chiuso, ormai, per sette anni – sei, se consideriamo quel piccolo gioiello di Music from Before the Storm: il primo estratto di Stereo Mind Game, in uscita ad aprile, danza sulle soffici connotazioni indie-rock del sound di casa, attiva i recettori di un dream pop pizzicato nelle sue corde più docili, fermenta in atmosfere che si espandono pacate verso l’alt pop, l’ambient, il folk più classico.
Un pezzo che fa della malinconia di cui si riveste il mezzo perfetto per celebrare attimi di vita passati e impressi su nastro, senza sbarrare le porte all’imprevedibilità del futuro.
«I will meet you on another planet if the plans change» dicono loro, quindi perché mai perdere la speranza?
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