Una canzone d’amore, per un nuovo inizio.
First of the Year di Cuco è innanzitutto una (bella) canzone d’amore. Dentro i suoi due minuti e cinquanta, infatti, ci sono tutta la speranza e l’illusione che caratterizzano i nuovi inizi: credere che da ora in avanti le cose saranno diverse e che quella eccitante percezione di novità duri a lungo, il più a lungo possibile.
Sta proprio lì, la forza di questo brano: riuscire a raccontare una sensazione appropriandosi di un sentire comune, svelando un lato intimo – personale ma allo stesso tempo condiviso – cullandone il pensiero attraverso un’ovattata atmosfera dreamy con la capacità di fermarne l’attimo utilizzando il giusto livello di malinconia. Per riflessioni di questo tipo non c’è periodo migliore dell’inizio dell’anno, rappresentazione concreta del futuro imminente e dunque sorgente di aspettative e possibilità.
First of the Year è un buon auspicio anche per Cuco e per la sua musica, che – dopo il successo di Lo Que Siento e le numerose esperienze di questi ultimi anni – ha avuto la sua consacrazione nel recente album Fantasy Gateway.
Il futuro comincia adesso e un pezzo del genere è forse l’indizio per individuarne la direzione, o magari soltanto un altro passo in avanti per un artista in grado di unire generi diversi, trasformandoli in una formula inedita e personale.