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Roger Waters: Comfortably Numb (2022 version)
Perchè io so' io e voi…

Roger Waters
Comfortably Numb (2022 version)

Dissacrare come elevazione dell’arte.

Un artista (musicale in questo caso, ma non solo) può ritenersi tale quando crea e distrugge senza preoccuparsi troppo dei giudizi altrui. Quando si può prendere delle sacrosante libertà che possano in qualche modo elevare e dare nuove vesti a un’opera di per sé già compiuta e cristallizza nella cultura pop.

Rompere gli schemi è roba da duri. Rompere i propri è una pratica che in pochi hanno il coraggio di fare. Questo ha fatto Roger Waters, un milionario per caso che non ha mai davvero piegato la testa di fronte all’establishment, al pensiero comune, alle icone, tantomeno ai suoi fan. La sua rilettura di Comfortably Numb dei Pink Floyd è una delle cose più coraggiose concepite dal compositore inglese: prendere un brano conosciuto da miliardi di persone e destrutturarlo può essere un azzardo, per molti addirittura un sacrilegio. Eppure mai come oggi quel pezzo diventa completamente suo, spostandone il significato lirico (altissimo, ora come allora) dal singolo a una società tutta, dove “piacevolmente insensibili” non sono più le rockstar dopate o il tossico irrecuperabile, ma tutti noi che passiamo ormai il tempo con il capo chino su uno schermo che risucchia tempo, vita, emozioni, sogni. Lo abbiamo delegato – il nostro tempo, appunto – a terzi, e un giorno ci renderemo conto di aver perso lo sparo di partenza.

L’arrangiamento minimale, raccolto, intimo del pezzo si toglie di dosso (finalmente?) tutta la parte struggente dell’assolo finale, che resta sicuramente uno dei più belli mai composti e suonati ma che strideva, nella sua epicità, con il (ri)sottolineare un messaggio esplicito nelle parole di Waters in questo 2022.

Ci si trova di fronte, dunque, a uno strano caso. Non è una cover, non è una nuova versione: in realtà è letteralmente “altro”, nonostante ciò che viene cantato (ops, qui sussurrato) non cambi di una virgola. È la dimostrazione di quanto le parole di Waters siano eterne, e di come il loro essere universali le elevi di diritto tra le cose migliori del secolo scorso: concetti da ricordare negli anni a venire, a prescindere dalla musica che sta sotto.

Ancora una volta il buon vecchio Rog ha fatto di testa sua, conscio di inimicarsi parte della fanbase. Il fatto che non gliene freghi nulla e continui per la sua strada lo rende uno dei pochi veri artisti che hanno di fatto creato il mainstream musicale, controvoglia o meno. E se ancora ciò che voleva dire con questa rilettura sfugge a qualcuno, basta guardare lo splendido video, doloroso tanto quanto (ma diversissimo da) la scena madre nella versione cinematografica di The Wall. E se nemmeno questo vi basta o non vi piace il tutto, saprebbe comunque come congedarsi al meglio con voi.

Roger Waters Pink Floyd 

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