I dolori del giovane Orzabal, ma in salsa blackgaze.
Non è una cover nuova, quella che gli Harakiri for the Sky – il duo austriaco di ex blackmetallari fulminati dai Mogwai sulla via di Damasco, tra i nomi di spicco della scen(ett)a blackgaze – fanno del grande classico dei Tears for Fears. Quasi come fosse una dichiarazione di intenti (“meno Fenriz, più Orzabal, grazie”), il pezzo era già stato inciso nel 2014 ai tempi del secondo lavoro della band. Sì, lo so che questa vi sembra una precisazione inutile, ma anche tra i nostri amati lettori ci sono i precisini, e io non li sopporto, i precisini, e quindi cerco di prevenirli. Per tutti gli altri: scusate, avete ragione, Too Much Information, come cantavano i Duran Duran.
Il fatto è che ora gli HFTS si sono messi a ri-registrare i loro primi due dischi («Come alcuni di voi sapranno, avevamo prodotto questi album da soli e volevamo rifarli entrambi con le recenti possibilità che abbiamo», riporta Michael Wahntraum, il cantante), e quella cover che ai tempi era uscita solo come bonus track, oggi ha tutto lo spazio che merita, compreso un video (bruttino, invero).
E questa cover, allora, com’è? Beh, «spacca!» (per indulgere a giovanilismi colloquiali). Diciamo che gli Harakiri riescono nella non facile impresa di camminare sul filo e arrivare sani e salvi al fondo del brano, senza da un lato stravolgerlo, e senza, dall’altro, snaturare il loro suono. Un po’ come dovrebbero essere le cover, quelle belle, o almeno quelle fatte bene. E questa è entrambe le cose.
Tears for fears Harakiri for the Sky
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