Rotta: Snee Oosh. Rigorosamente in canoa Swinomish.
Black Belt Eagle Scout, ovvero la polistrumentista Katherine Paul, ha scritto una lettera d’amore alla forza di guarigione degli indigeni sotto forma del suo prossimo album, The Land, The Water, The Sky, ritornando dopo qualche anno sulle scene dell’underground più attento all’etnografia. E ancora più orientandosi a un’estetica che la rende “fedele” alle sue radici. O almeno più consapevolmente vendibile in questi termini: che forse non è poi così un peccato.
Membro, infatti, della Swinomish Indian Tribal Community, la Paul ha creato l’album «per registrare e riflettere sul mio viaggio di ritorno nelle mie terre d’origine e sulle sfide e la felicità che ha portato». Le canzoni del suo terzo LP descrivono una storia di speranza e sono legate insieme da un filo conduttore comune di ricordi. My Blood Runs through This Land si offre infatti come legame diretto con la tradizione Swinomish. «Quando faccio scorrere le mani tra le rocce della spiaggia di Snee Oosh e immergo le dita nei nostri corsi d’acqua, mi torna in mente da dove vengo».
I fuzzoni delle chitarre quasi post-metal si offrono a un tendaggio simil-shoegaze che – anche attraverso le semplici (e potenti) immagini del video – ti fa immergere in sentieri di alberi di cedro, immaginandosi in canoa, come se fossimo in Dead Man di Jarmush.
All’orizzonte, solo ottimi presagi. Così ci dicono gli sciamani.
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