Un nuovo inizio, tra vecchi incubi e inaspettate emozioni elettriche.
Ben Gregory e i suoi Blaenavon con il loro esordio del 2017 avevano acceso grandi speranze: That’s Your Lot era brillante per essere un primo lavoro e non mancavano di certo brani interessanti come My Bark Is Your Bite o Prague ‘99 (solo per fare qualche esempio). Nell’occasione avevano addirittura attirato l’attenzione di Jim Abbiss, produttore di livello e talent scout da non sottovalutare, vista la sua esperienza in tarmini di debutti che hanno lasciato il segno – vedi alla voce Editors, Arctic Monkeys e Kasabian.
Quando poi sono tornati sul finire del 2019 con l’ottimo Everything That Makes You Happy (nemmeno due mesi dopo arriverà anche il meno buono Demoitis), le cose si erano già fatte complicate: Ben aveva avuto problemi di tipo psicologico che lo avevano costretto a cure e ricoveri ospedalieri, una condizione che in parte riporta nei testi con sincerità tra cadute e risalite emotive.
Durante questo 2022 arriva la notizia che i Blaenavon purtroppo si sono definitivamente sciolti, ma ora a sorpresa arriva questo Deathbed Hangover che ribadisce due cose: la prima è che Ben Gregory non è un autore qualsiasi ma ha un suo stile riconoscibile e una personalità complessa, la seconda è che molto probabilmente ha ancora molto da raccontare.
Così – semplicemente smaltendo i postumi di una sbornia sul letto di morte – inizia la sua carriera solista, con un nuovo piglio elettronico.
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