(Post) punk mooolto prima di te.
Ci sono artisti e artistoidi. Questi ultimi sono quelli che passano la vita dicendo di progettare cose, ricordando a tutti il famoso demo fatto vent’anni prima, ascoltato solo da tre persone, che però aveva del potenziale. Quelli che si atteggiano a musicisti navigati nonostante la cosa più musicale fatta nella vita sia una cover con l’ukulele di Smells Like Teen Spirits. I primi invece sono quelli che vivono di arte, poco importa se sia il mezzo con il quale portano la pagnotta a casa: ce l’hanno nel sangue e continuano per la loro strada senza mai fermarsi.
Edi Toffoli fa parte di questa categoria. Attivo dalla fine degli anni ‘70, il fu ragazzo di Gemona (Friuli) è transitato in decine di formazioni, sempre in zona punk/post-punk, e arriva oggi a 59 anni a pubblicare un nuovo, splendido singolo.
Tears on Tears rilegge quella wave sporcata di nero con cui Edi flirtava (ricordate i gloriosi Cleverness?), ma dato quello che dice l’anagrafe, il nostro non sta copiando: lui c’era, lo faceva già, semplicemente sta rileggendo i suoi vecchi appunti. Il risultato è molto più vicino al Bowie berlinese più epico piuttosto che ai Joy Division, ma non toglie un grammo della qualità genuina che permea il pezzo. Magari la pronuncia non è perfetta, forse il brano non passerà alla storia, ma che importa? Comunque vada, Kermit è un artista vero, piaccia o meno, che non ha mai mollato e che dimostra quanto la musica, per alcuni, è ancora qualcosa per cui vale davvero la pena vivere. Fosse anche solo per questo, pollice in su alla grande.