I’m so bored with the Meta.
I videoclip dei Clash, degli Psychedelic Furs e di Bob Marley. I Big Audio Dynamite con Mick Jones. I documentari sul punk. Quelli biografici sempre sui Clash. Gli anni da DJ. Le collaborazioni con Jah Wobble dei P.I.L. e Keith Levene. Il reggae come base e la dub come strumento espressivo. Tutto questo e molto altro nel curriculum di Don Letts, uno che ha sempre vissuto nelle note ai margini della musica, ma che proprio con quegli appunti ha cambiato più volte il corso della storia.
Alla tenera età di 66 anni, eccolo annunciare il suo primo, vero album solista, di cui Outta Sync è uno splendido biglietto da visita. Spinto da quell’altro genio nell’ombra che è Youth dei Killing Joke, Don ha superato le prime incertezze e, affiancato dal produttore Gaudi, si è lanciato in questa nuova avventura. Il risultato è fumosamente splendido – e sì, siete liberi di interpretare le parole a vostro piacimento.
Le parole, appunto. Se c’è una cosa che – come spesso accade nel genere – perfora lo stomaco, sono le rime buttate giù da questo simpatico vecchietto, che su una base “up” riesce a tirare rasoiate sarcastiche alle nuove generazioni, incapaci di (ri)prendere la propria vita in mano e preferendo lasciarla in balia dei social e della mammina. Il tutto senza risparmiare anche quelli della vecchia guardia, che si sono fatti ammaliare dai nuovi canti tecnologici delle sirene digitali.
Uno schiaffo all’ego, ma con un sorriso sornione mentre si fanno spallucce.