Animali elettrici dalle cartilagini palpitanti.
«Questa roba so farla anche io», ovvero una delle frasi più fastidiose e ignoranti di sempre. Eppure è un evergreen, sia che si tratti di un film (chi ricorda The Blair’s Witch Project?), di un quadro (i tagli di Fontana ad esempio), di un libro (tutto il movimento dei Cannibali) o di musica. Il fatto è che il problema non è cosa, ma come lo si fa e partendo da dove.
Cosey Fanni Tutti (pseudonimo di Christine Newby) è un icona della musica industrial del XX secolo, una che nei suoi 71 anni di vita ha letteralmente contribuito a ridisegnare i confini sonori preimpostati spostando l’asticella sempre un po’ più su. Sin dal 1969 con il collettivo artistico/musicale COUM Transmission (con personaggi come Genesis P-Orridge, e Peter Christopherson) passando per Throbbing Gristle e Chris & Cosey (e senza dimenticare il curioso cameo nel video di Sylvester, You Make Me Feel) e tonnellate di altri progetti paralleli, uscite discografiche e performance, la Nostra non si è mai risparmiata regalando ai confini della musica delle gemme di immutata bellezza.
Torna oggi con una colonna sonora per un film di Caroline Catz, Delia Derbyshire: The Myths And The Legendary Tapes, biopic su un’altra icona dimenticata dell’avanguardia elettronica degli anni Sessanta, e lo fa alla sua maniera.
Animals, ad esempio, è uno schiaffo siderale posato su una nuvola riverberata zeppa di echi che esplodono, si allontanano, sembrano svanire nel buio ma poi tornano ancor più violentemente, mutati nello spirito e nelle intenzioni, lasciando l’ascoltatore in uno stato di profonda inquietudine e dissociamento. Due minuti scarsi che racchiudono un mondo a parte.
I più superficiali potrebbero però obiettare e dire «bah, è un drone, che ci vorrà mai?». Niente, effettivamente. Ma per farlo così bello ed efficace servono più di mezzo secolo di esperienza e di attitudine visionaria. Come decidere di tagliare una tela.