Italian wavers do it better.
Molte volte gli appassionati di musica si lamentano: troppe parole spese quotidianamente sulle vecchie glorie a discapito degli artisti emergenti. La verità, come sempre, sta nel mezzo, e per ogni vagito di Nick Cave vale la pena anche buttare un occhio a quello che succede nelle cantine.
Freschi freschi di nascita, il duo made in Italy dei Caban non si è perso a cianciare del nulla e, mettendosi subito al lavoro, ha buttato fuori un EP di tre pezzi davvero piacevole. Domino, la terza traccia (nonché quella conclusiva), ci presenta un suono legato a doppio filo con i capostipiti di un certo modo di intendere la musica, dove Robert Smith da una parte e Dave Gahan dall’altra fanno girare la corda sopra la quale i nostri saltano a ritmo di una wave romantica e sognante.
Quel senso ultravoxiano di Dancing with Tears in My Eyes per intenderci: non creste, pipistrelli e borchie, ma una malinconia di fondo ben nascosta nei passi di danza istruiti a dovere dopo mille ore di club tendente al nero. La raffinatezza nella scelta dei suoni non fa perdere spessore all’urgenza espressiva, per un risultato che se ancora diamante non è, di certo è tutt’altro che carbone.