Chi è senza peccato?
Mentre siete seduti al bancone del vostro baretto preferito, con la seggiola che ormai ha preso la vostra forma, potrebbero venirvi in mente le domande più assurde. Tipo quando ho fumato l’ultima sigaretta? È il caso di smettere? È il caso di ricominciare? O di provare, se non lo si è mai fatto? Il fumo nuoce gravemente alla salute, ma cosa non lo fa? E il cibo bio, che in realtà ammazza chi lo fa, allora? Quello che coltiviamo nel nostro orto sentendoci buoni mentre sappiamo benissimo che la pioggia è acida, e ogni bicchiere d’acqua che usiamo per annaffiare sono tre sorsi idealmente sottratti a chi l’acqua non ce l’ha? Chi è la vittima? Chi il carnefice? La morte aspetta solo i cattivi? Non è forse vero che invece non fa distinzioni? Peccatore è chi peccatore si sente, e una volta che il sigillo è marchiato a fuoco tanto vale fregarsene. Tanto la vita è una ed è a termine, non ci sono sconti.
Questo (ma sempre a testa alta) lo spirito che pervade Sinner, nuovo singolo dei veneti The Sade, bello tanto quanto (anche se diverso da) i loro lavori precedenti. I figli bastardi di Danzig stavolta si sono infilati in un’orgia dissacrante con i Sisters of Mercy, dove – tra sudore, giacche di pelle e RayBan scuri – fanno tornare in vita quel gothic rock testosteronico che ha riempito centinaia di piste da ballo negli anni ‘90 e che tuttora vanta una fila di orfani affamati, pronti a far svolazzare improbabili camicie di pizzo o giacche in ciniglia violacea.
Meno rock e più goth, il presente dei The Sade apre nuovi orizzonti nella loro carriera che sta raggiungendo i tre lustri, per un futuro sempre e comunque bagnato nel nero, peccaminoso s’intende.
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