(Not) your best nightmare.
Basta davvero tagliarsi una ciocca di capelli a favore di qualche visualizzazione extra su TikTok per risolvere dei problemi enormi come quello in Iran? No, ma può essere un simbolo molto forte della propria ideologia.
Basta davvero fare un sit-in davanti a un’ambasciata per far cessare una guerra? No, ma può servire a sensibilizzare le masse dormienti spingendole perlomeno a pensare a qualcosa.
Basta etichettare come industrial un album che di fatto ha tutte quelle caratteristiche per reputarlo davvero tale? No, ma serve a dare un’idea generale all’ascoltatore potenziale. Come in questo caso.
Scordatevi il pop, il metal, l’elettronica, il jazz e tutto quello che vi viene in mente perché qui dentro non ne troverete traccia. Il lento movimento dell’incubo, e per esteso tutto l’album No Redemption, è un lento (appunto) e inesorabile cammino in ambienti industriali soffocanti e dolorosi, a opera del collettivo +HUM:AN:IMA+ (al cui interno troviamo membri di Cripple Bastards, La Grazia Obliqua, Black Flame, Opthalidon, Silente Luna), il cui l’unico fine è inchiodare l’ascoltatore alla sedia e metterlo di fronte ai propri demoni interiori, in un assalto sonoro senza compromessi, pronto a dar fuoco a ciò che resta dei suoi rimpianti e rimorsi.
Un ascolto totalizzante che può piacere o meno, ma sicuramente non lascia indifferenti e mette gli +HUM:AN:IMA+ in una posizione di rilievo sopra la scacchiera industrial nazionale e non. Solo per palati fini già scorticati da anni di cose uscite dal grembo di Ant-Zen, Hypnobeat, KK, War Trax!, Avalanche e Digital Hardcore.