Riproporre scherzi assassini come se fosse la prima volta.
C’è una differenza abissale tra il plagio e il tributo. Il primo è prendere letteralmente ogni sfumatura di una band o di un brano, pubblicare del materiale e appiccicarci sopra il proprio nome. Un po’ come facevano gli Essence con i Cure sul finire degli ‘80 (Mirage era un esempio al limite del vergognoso da quel punto di vista). Tributare è una cosa ben diversa.
Prendete questa Watch with Mother dei londinesi Girls in Synthesis: già dal primo secondo sembrano i Killing Joke. Anche dopo. Ma man mano che gli ascolti si moltiplicano esce fuori qualcosa che fa davvero esplodere il pezzo: odora di fresco. Istintivo. Primitivo. Un’urgenza espressiva che certamente si ispira a Jaz Coleman & Co., ma che riesce in breve tempo a vivere (e bene) di vita propria, molto più di altre band che stanno muovendo i loro passi tatuati e panzuti nella scena attuale.
Ossessivamente letale e severa, Watch with Mother è disturbante quanto basta per farvi spalancare gli occhi fino a un secondo prima assenti, fissando il vuoto attraverso il giornale preso in mano, mentre il caffè nella tazzina si sta raffreddando abbandonato a se stesso. È un fremito elettrico che rende reale la vita per quattro minuti e mezzo, in antitesi allo scorrere automatizzato delle giornate perse in partenza. Qualcosa che se vi prende per il verso giusto poi non vi lascia più, nel bene e nel male.
Il loro secondo album, The Rest Is Distraction uscirà a ottobre inoltrato. Ammazzare l’attesa andandosi a ripassare il lavoro precedente sarebbe cosa buona e giusta da fare verso se stessi e i vicini.
Girls In Synthesis Killing Joke
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