Sempre in bilico sopra una corda tesa, fatta di delay.
Attivi dal 2005 e di stanza a Denver, nel Colorado, gli A Shoreline Dream continuano il loro percorso artistico quasi borderline, dove una sensibilità dalle chiare radici post-punk (che a volte sfociano involontariamente nel goth inglese più classico) va a braccetto – ma senza mai mescolarsi davvero – con un’istintività più vicina all’urgenza bradiposa dello shoegaze.
Questa serena convivenza, apparentemente priva di scontri diretti, va a creare un sound che è costantemente in sospeso, carico di tensione emotiva, riuscendo a disegnare paesaggi sì desolati ma sempre e comunque in perpetuo movimento.
Ne è un fulgido esempio questa Alarms Stop Ringing, dove lo stato di allerta mantenuto dalla sezione ritmica è placato e contenuto da layer di chitarre che – come a ondate – prima lo sommergono e poi lo fanno tornare in superficie, in un trick sonoro che è più sensoriale che meramente uditivo. La maestria con la quale i nostri riescono a giocare con questi elementi li rende davvero interessanti, ed è un peccato che le leggi del mercato li abbiano comunque relegati a uno status di culto, invece che farli emergere come meriterebbero.
Poco male: agli ascoltatori attenti resta la musica di cui innamorarsi, e qui ce n’è a pacchi.