Incanto per la nuova incarnazione della leggenda goth dello Yorkshire.
La trasformazione dei superstiti della seconda ondata goth di fine anni ‘80 in “altro” ormai non dovrebbe più stupire nessuno, soprattutto a oltre trent’anni da quella gloriosa decade.
Non fanno eccezione i redivivi Skeletal Family, che tra beghe di membri storici sull’utilizzo del nome, cantanti che qua o là apparivano e sparivano in un batter d’occhio, rimescolamenti di line-up e scioglimenti che manco Beautiful, tornano oggi con un singolo/antipasto del nuovo album.
Ed è con «viva e vibrante soddisfazione» che l’ascolto di My Own Redemption regala qualche gioia ai fan di vecchia data. Perché il lavoro alla voce della nuova entrata Anneka Latta è ottimo. Perché la trasformazione di cui sopra prende il cuore di ciò che era la band di Promised Land o She Cries Alone e lo fa battere al tempo di una band che tra una cosa e l’altra ha superato quattro decadi di attività, fiera del proprio passato ma con gli occhi e le orecchie ben piantate nel presente. Perché se uno non sapesse chi siano gli Skeletal Family li scambierebbe per un ottimo nuovo gruppo promettente appena uscito con un singolo davvero valido. Perché se tutti i dischi delle vecchie glorie oscure fossero così, i dark dai capelli ormai grigi sarebbero più contenti.