Scegliere bene, per evitare l’indie-gestione.
Le radici di un certo sottobosco musicale ormai hanno preso diramazioni sino a pochi anni fa impensabili. Scavallati tutti gli ostacoli rappresentati da registrazione, pubblicazione e distribuzione, gli animi che necessitano di esprimersi a livello creativo possono raggiungere rapidamente un bacino di persone interessate e veder gratificato – perlomeno in parte – il proprio lavoro.
Il rovescio della medaglia di questa facilità con cui si può arrivare se non altro al primo gradino della long way to the top è la sterminata concorrenza, non tanto qualitativa quanto meramente temporale. Una persona appassionata non ha il tempo pratico per ascoltare tutte le centinaia di nuove uscite che le etichette offrono quotidianamente sul mercato, figurarsi se il discorso si amplia alle migliaia di canzoni che arrivano dalle casette attrezzate come piccoli studi DIY.
Il rischio così è che cose come quelle che fa il piemontese Andrea Zanolli a.k.a. Rota Carnivora finiscano per passare inosservate.
Zanolli che torna oggi, con un lavoro convincente, a dare – se possibile – ancora più spessore alla sua proposta. Un pezzo come questa Koré aggiunge colore alla musica (un pianoforte incerto, ma proprio per questo incisivo) e alle parole (un testo forse meno a effetto, ma certamente più efficace nel disegnare una storia), per un risultato cinematografico eccellente, ben rappresentato nel matrimonio ideale tra musica e immagini del visionario videoclip che accompagna il brano. A costo di diventare ripetitivi: sarebbe davvero un peccato non dargli un ascolto.
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