50 sfumature di electro.
La nostalgia è una brutta bestia. Resta quieta in un angolo silente per giorni o settimane, ma poi quando uno meno se l’aspetta ti sale in gola e non se ne va più. Lo sanno bene gli amanti della musica elettronica, così piena di sfaccettature e correnti che possono soddisfare chiunque ormai, dal ballerino impasticcato del sabato sera al fine cultore con impianto stereo ad hoc da migliaia di euro.
Il problema è che spesso manca qualcosa, quella sensazione rigida, glaciale, austera che solo un certo tipo di electro sapeva regalare più o meno tre decenni fa. Roba “seria”, non cosette belle e leccate fatte smanettando su pomelli e mouse con le mani appena uscite dalla manicure.
Per tutti gli orfani di quelle sonorità vengono in aiuto i Dopplereffekt, alias Gerard Carroll Donald (decano della scena techno di Detroit, noto anche come Rudolf Klorzeiger o Heinrich Mueller – sì, come il famigerato capo della Gestapo) e la sua compagna Michaela To-Nhan Bertel.
Attivi dalla metà degli anni ‘90, tornano oggi con un progetto ambizioso e affascinante: un concept basato su modelli matematici che riguardano gli intrecci tra macchina e uomo. Per usare le loro parole, «chi controlla la mente controlla il corpo».
Un album davvero efficace di cui questa Neural Impulse Actuator non è altro che uno splendido tassello di un mosaico da ammirare nella sua completezza per apprezzarne le diverse sfumature.
Per fortuna la vecchia guardia ha ancora molte cose da dire.