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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Vieri Cervelli Montel: Stanza
Il lato oscuro della luna

Prima la musica, poi la sincerità. Infine, qualche volta, la catarsi.

Per alcuni l’arte è stata spesso la forma attraverso cui esprimere e dare forma al proprio stato d’animo, alle proprie insicurezze, agli eventi a volte tragici della propria vita. Ci sono opere capaci di trasmetterci quel senso di inquietudine, di farlo sentire presente.

Quando la tragedia della morte ti sfiora troppo presto e la tua giovinezza ti impedisce di avere la capacità di gestirla, ti poni di fronte al rischio che l’evento si insinui nella tua esistenza. La morte innesca quel senso di disperazione che – per semplificare Kierkegaard – si supera solo attraverso la fede. A scapito della propria logica o onestà intellettuale – aggiungo io umilmente.

Ci sono momenti nel quale ci si avvicina – ognuno con la propria sensibilità –, ad autori che nelle loro opere trasfigurano elementi del proprio vissuto, e che hanno la capacità di affascinarti: in questo senso, l’ascolto di Stanza di Vieri Cervelli Montel ha la capacità di alimentare sensazioni e ricordi. Nella costruzione del brano riesce a evocare immagini oniriche in cui la tragedia è alimentata dal racconto dell’ambiente: una specie di inquietudine che nella descrizione degli odori e di un posto vuoto preannuncia l’assenza di vita.

Vieri Cervelli Montel ci parla della sua tragedia personale, la perdita del padre a soli sette anni, quando non si hanno gli strumenti che ti permettono un’elaborazione compiuta del lutto, e l’evento si insinua in una dimensione più profonda rischiando di alimentare un senso di inadeguatezza esistenziale. Il senso di vuoto e disturbo della psiche indotto nel lettore, che poi Edgar Allan Poe risolve nell’incubo e nel terrore, viene cristallizzato qui in un’immagine in cui sono l’assenza e la desolazione a descrivere la tragedia.

Vieri Cervelli Montel si esprime in modo complesso e musicalmente molto interessante. La produzione è opera di IOSONOUNCANE, dal quale eredita una certa attitudine costruttiva (in questo caso meno barocca di IRA) che si rivela decisamente un pregio. La sua formazione jazz viene trasformata in un sound nel quale elettronica e una coraggiosa sezione ritmica riescono a creare una combinazione che è espressione di una forma di cantautorato sperimentale tra i più brillanti. Una grande speranza da seguire con attenzione.

Vieri Cervelli Montel IOSONOUNCANE 

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