Per tutte le volte che abbiamo perso un treno.
«I never miss my train but I was drunk passed the sign that warned “construction on the L” lucky I got back to my place around 5 and I cried». Inizia così la nuova favoletta dei Toledo, band di Brooklyn figlia di tutto quel retaggio indie folk che ancora si sente dire essere capitanato dai Bright Eyes, ma che ormai ha preso piede in qualunque composizione cantautoriale che contempli la chitarra acustica e una bella storia da raccontare.
L-Train dimostra ulteriormente le armonie impeccabili di Dan Álvarez de Toledo e Jordan Dunn-Pilz, come se la loro amicizia permanente avesse sincronizzato la loro voce tanto quanto le loro personalità. Suadente e gentile, il nuovo singolo, ha però dalla sua una malinconica inquietudine da post-sbronza newyorkese che arricchisce il tutto con un bel retrogusto vintage: una miscela di piacevole e ansioso che riflette l’esplorazione socioesistenziale del testo.
Con piacevoli rimandi a Car Seat Headrest ed Elliott Smith e un bellissimo video animato di Kohana Wilson, il viaggio è assicurato in questa seppur breve canzoncina pronta per le radio. Canzoncina che comunque sembra garantire una boccata d’aria fresca al genere. Non a caso è finita nelle mani di un’etichetta di un certo peso come la Grand Jury Music di New York, a condividere un campo di gioco sonoro simile all’indie pop di Hovvdy e Hippo Campus, pur mantenendo il proprio suono distinto che è stato accuratamente sviluppato nei cinque anni in cui la band è stata attiva fino a oggi.
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