A.D. 2022: Japanese Whispers (in French).
Un europeo in Giappone. Che ci può fare lì oltre ad andare a caccia di rarissime stampe in vinile complete di obi e inserti della Vap o della King Records? Che domande: musica, ovviamente. E di spessore anche.
Ivar Fougstedt, deus-ex-machina di Tokyo Knife Club, esordisce (è un esordio, vero?) con un singolo che in maniera apparentemente naturale e spontanea rimescola le carte della musica elettronica e cala una giocata fatta di classe, delicatezza e stile. Tra le atmosfere rarefatte, sognanti e a tratti impalpabili imbastite da Ivar, a farla da padrone è la voce di Meriem Ben Amor, sfuggente eppur pregna di pathos, che ammalia mentre cammina passo passo a fianco della musica piuttosto che sovrastarla con vocalizzi improbabili.
Il brano colpisce proprio per la sua efficacia nonostante – o forse dovremmo dire grazie a – un’apparente semplicità, che nasconde in realtà un lavoro meticoloso nella scelta dei suoni e degli inserti che in maniera quasi impercettibile guidano l’ascolto verso il lato meno fisico dell’essere umano, un ritrovarsi nudi di fronte a se stessi senza gioia né dolore: semplicemente noi.
Davvero un lavoro ottimo che sarebbe un peccato far scomparire nel buco nero delle uscite digitali moderne.