Quarant’anni dopo l’Emilia è sempre più paranoica.
Sembra che una volta Boy George abbia detto qualcosa tipo «non conta chi ha fatto qualcosa per primo, ma chi lo ha fatto meglio».
Ora, tenendo conto delle miriadi di frasi attribuite erroneamente a Jim Morrison o alla dirimpettaia dipendente da Instagram, soffermarsi sul soggetto in sé non ha peso, ma la frase è condivisibile.
Per esempio, questa Droga+Solitudine di Ibisco è un potpourri di cose sentite e strasentite, legate soprattutto a quel magico periodo anni ‘80 della new wave italiana cantautoriale, eppure è impossibile non rimanere affascinati da questi 220 secondi gelidi e pregni di emozione.
Il cantautore bolognese – classe 1995 – è attualmente una delle figure più interessanti della darkwave indie italiana, capace di versi diretti e visionari che colgono istantanee nerogrigie dello scorrere del tempo, senza mai scadere nelle banalità di certi clichés.
Ed è un bene che certe cose siano in giro: se a vent’anni qualcuno si innamora della musica dei Joy Division o degli Underground Life degli esordi, è sacrosanto avere dei contemporanei che portano avanti quel discorso, sostenendolo, amandolo e seguendone il percorso artistico. Tutto questo è stato già fatto? Assolutamente sì, ma c’è modo e modo, e qui (come nell’album Darkside Emilia, appendice del debut Nowhere Emilia) il talento non manca.