Etichette che sono una garanzia e attestati di genio.
Ci ragioni su e sembra quasi incredibile che nel 2022 la Hyperdub tagli il traguardo delle diciotto primavere. Sarà che, oltre all’elevata qualità, le musiche finora proposte hanno tastato il polso a un’attualità che non svanisce con le mode perché possiede consistenza e basi solide. Tipo quelle sui cui poggia un duo di ragazze toste e con le idee chiare – DJ Haram (al secolo Zubeyda Muzeyyen) e Camae Ayewa, in arte Moor Mother – provenienti da Philadelphia, attive anche separatamente e fresche di debutto alla fine dello scorso maggio con Nothing to Declare.
Un ruvido bagliore di album che per comodità potremmo catalogare alla voce “hip hop rumorista”, pur sapendo di limitare suoni che non rinunciano al fattore emotivo e affrontano estremità, spigoli e asprezze assecondando una robusta indole sperimentale. A sostenere la poesia di Moor Mother, artista eclettica che tra tante altre cose ascoltiamo anche nel progetto Irreversible Entanglements, ecco infatti un’intrigante mistura di minimalismo, squarci melodici e astrattezze calibrate. Un tessuto dove grime, dub, hip hop d’avanguardia e sapori mediorientali sono intrecciati fino a ottenere risultati personali e uno stile che parte da prospettive afrofuturiste per allargare il campo.
Uno stile che respira il presente consegnando un disco molto più policromo di quanto potrebbe apparire, che gestisce al meglio la tecnologia e gli ospiti, esige attenzione e tiene a distanza la seriosità. Prova ne sia la rauca, scivolosa e oppiacea melma di una tenebrosa Bless Grips, biglietto da visita perfetto per musiche più che mai attuali, capaci di arrivare in faccia ma soprattutto al punto con la persuasività disinvolta tipica del genio. In una parola, favoloso.