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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Max Creeps: Burn It Down
We are the world

Il ritorno della punk band più tosta che sia mai… anzi, che non è mai esistita.

Ci sono almeno quattro buoni motivi per amare il singolo che segna il tanto agognato ritorno sulle scene dei Max Creeps.

Primo: il pezzo è davvero micidiale, uno schizzo punk dondolante e cadenzato che rimanda – in quanto attitudine, più che musicalmente – a classici come The Money Will Roll Right In dei Fang. Mica poco.

Secondo: un testo-non-testo dove tutto è merda, non si salva niente e nessuno, che odora di vendetta emotiva e lancia dita medie al mondo come fossero aeroplanini di carta dalla punta avvelenata, non può non essere amato, soprattutto in un periodo come questo.

Terzo: in un mondo – quello dello show business – in cui la realtà è spesso macchiata dalle menzogne create ad arte per vendere di più, giocare subito la carta delle balle, generando caos tra gli ignari appassionati che si chiedono chi cazzo siano questi tizi e come fanno a essere amati o odiati da Jaz Coleman dei Killing Joke, Slash, Henry Rollins e altri è geniale. Al punto tale che, una volta scoperto l’arcano, partecipare attivamente al gioco diventa goliardicamente obbligatorio. Solo con gli Albert Thumb ci si siamo avvicinati a tale colpo di genio.

Quarto: svelato il trucco, diventa facile capire il perché il pezzo (e per esteso l’album) sia così figo. Va bene il talento, va bene il guizzo artistico, ma per risultare così ruffianamente convincenti non bastano le buone intenzioni. Bisogna avere anche le capacità pratiche che si acquisiscono solo dopo molti anni di carriera. Eh beh.

Quinto: i punti erano quattro? Chi se ne frega. Tenete d’occhio questi due, che tra uno scioglimento (il più breve della storia) e una reunion, facendosi quattro ghignate rischiano di aver tirato fuori il disco punk cazzaro dell’anno. Non fateveli sfuggire.

Max Creeps 

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