Fantasmi del passato.
Preparare le valigie nei minimi dettagli per un lungo viaggio con gli amici. Prendere un treno chiamato Subvision, scendere dopo qualche fermata e salire – sempre con i propri amici – su un altro convoglio chiamato Magna Carta Cartel. Che va, tranquillo e sereno. Ma poi l’amico del cuore ha una visione: «Scendiamo qui! Ora! E saltiamo su quell’altra carrozza con un papa alla guida della locomotiva!».
Eccolo il treno della felicità, finalmente! E prende velocità, a ogni stazione sembra acquistare vigore e il viaggio sembra condurre davvero verso l’infinito e oltre ma, improvvisamente, il compagno di viaggio ti butta giù dal treno in corsa. Lo vedi sbuffare mentre si allontana e continua la sua ascesa verso l’universo, ma te sei lì: impolverato, ammaccato, con il culo a terra. Non ti resta che maledire a denti stretti chi ti ha fatto scendere e tornare sui tuoi passi, cercando di far ripartire l’ultimo treno lasciato a favore dei Ghost.
Più o meno è così che deve essersi sentito Martin Persner, che, a suo dire, nei Ghost non era un semplice comprimario a libro paga ma un membro effettivo che scriveva canzoni. Dopo essere stato cacciato da Tobias Forge nel 2016, ha ripreso le redini dei vecchi MCC e ha cercato di sfruttare la popolarità guadagnata in quanto ex-Ghost per rilanciare una carriera semisolista.
Se a livello di vendite l’operazione non è riuscita, indubbiamente l’EP del 2017 The Demon King non era avaro di buona musica, anzi. Ci riprova oggi, con un nuovo singolo piacevole e orecchiabile, in bilico tra rock adulto, shoegaze e post-rock, dove la quasi totale assenza di cazzimma viene ben compensata da un utilizzo eccellente delle armonie in fase di arrangiamento.
Che basti questo a raggiungere in staccata il vecchio compare? Sicuramente no: al netto della correttezza e dell’etica, stiamo parlando di doti compositive di livello ben diverso, ma ciò non toglie che Silence funzioni più che bene e potrebbe diventare un piccolo culto, non solo tra i fan dei Ghost.
Magna Carta Cartel Subvision Ghost Martin Presner
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