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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Kirk Hammett: High Plains Drifter
Come faceva Kirk da bambino quando aveva fame? WHA WHA

Kirk Hammett
High Plains Drifter

Kirk ‘Em All?

Prima di diventare un meme a causa dell’uso smodato dello Wha-Wha, nonché uno dei musicisti rock più ricchi in circolazione (Enter Sandman è in parte sua, per dire), Kirk Hammett era un vero e proprio dio della sei corde, capace nei gloriosi anni ‘80 di creare degli assoli indimenticabili come ad esempio quello micidiale di Ride the Lightning o le dissonanze armoniche irripetibili di Blackened.

Un passo indietro di due decenni e oltre: Jason Newsted se ne va dai Metallica perché papà Hetfield non vuole che il bassista registri con gli Echobrain: secondo quest’ultimo ogni attività musicale al di fuori del quartetto californiano è paragonabile al tradimento.

Fast Foward ai giorni nostri: dopo diverse visite nei centri di riabilitazione per tossicodipendenze, il buon vecchio James sembra essersi ammorbidito, lasciando spazio ai suoi compari per fare le loro cosette.

Ecco quindi che dal nulla spunta un EP solista di Hammett, di cui questa High Plains Drifter è il singolo trainante. Lecito aspettarsi sfuriate metal con un retrogusto thrash per colui che fondò gli Exodus e ha passato la maggior parte della sua vita scapocciando sopra una ESP. Un brano grondante Marshall dunque? Non esattamente.

Qui troviamo il Kirk più riflessivo, fatto di arpeggi e accompagnamento in odore cinematografico attorno al cuore del brani, quello che utilizza pattern semplici e diretti che, stratificati e fusi con le orchestrazioni, danno vita a una ballata circolare efficace e convincente, lontanissima da una Fight Fire with Fire qualsiasi, ma sicuramente figlia dei momenti più intimisti di Load e Reload. Di certo una mossa coraggiosa, che di fatto diventa il primo vero side project ufficiale di una delle band più famose di sempre, senza allontanarsi troppo da casa, ma nemmeno restando chiusi nel giardino di fronte all’uscio.

Assolutamente imprescindibile la visione del videoclip di accompagnamento, che in mancanza di liriche segna il passo sulla direzione del brano: come già detto, qualcosa di semplice ma proiettato verso la colonna sonora. Un brano atipico e in un certo senso inaspettato, sperando che le cartucce “pesanti” siano state conservate per la casa madre (con buona pace degli iPhone perduti).

Kirk Hammett 

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