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I Ragazzi del Massacro: She Doesn't Wanna Come Back
Milano trema: la polizia vuole giustizia

I Ragazzi del Massacro
She Doesn't Wanna Come Back

Suggestioni cinematografiche anni ‘70 che non ricordavamo nemmeno più, e tanto, tanto post-punk.

Nei Settanta andavano forte i poliziotteschi, bastonati dalla critica di sinistra di quegli anni, salvo poi essere riscoperti un po’ da tutti grazie a Quentin Tarantino e al suo immenso amore per il cinema tutto. Roba tosta, da quel capolavoro di Milano odia: la polizia non può sparare – il Led Zeppelin IV del genere – fino ad arrivare a super cult che sono sbarcati sui servizi streaming negli ultimi tempi, riuscendo a essere apprezzati anche dai super-giovani.

Tra queste pellicole, una delle più interessanti è senza dubbio I ragazzi del massacro, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco, portato sullo schermo dal maestro Fernando Di Leo nel 1969. Proprio a quel piccolo gioiellino, questa nuova band milanese si è ispirata non solo per il nome, ma anche per la propria proposta musicale che – colpo di genio – si va pure a legare a certe sonorità che a fine Seventies si sentivano più in altre parti del mondo che non qui da noi (vi dicono niente i grandiosi Birthday Party di Nick Cave?).

She Doesn’t Wanna Come Back è invece un pezzo piuttosto diretto, ideale biglietto da visita per iniziare a conoscere questo gruppo. Ma non pensiate che i ragazzi si fermino qui perché tale è la ricercatezza di diverse soluzioni musicali presenti nel loro secondo disco, Juvenile Street, da far rimanere letteralmente a bocca aperta (provate New York Blues, per esempio).

Il post-punk (e tutta la libertà che questo genere porta con sé) non è più solo prerogativa dell’Inghilterra o dell’Irlanda. I Ragazzi del Massacro sono qui a dimostrarlo.

I Ragazzi del Massacro 

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