Il trogolo nascosto sotto il ristorante stellato del resort.
In una società disfatta, dove l’arte e la cultura sono relegate a note al margine dell’esistenza, dove le emozioni pure sono state fagocitate senza pietà dal consumismo più becero e le persone sono state spente a botte di tranquillanti, urlare “NO!” acquista ancora più valore.
È la presa di coscienza dell’inferno nel quotidiano il soggetto contro il quale sputano i polmoni I Maiali, e lo fanno senza mezze misure. Rendersi conto dell’orrore nascosto dietro la patina luccicante, appiccicata a forza sul proprio esistere dagli innominabili, crea prima un’implosione dolorosa di una profondità indescrivibile, ma se scatta la detonazione verso l’esterno, la deflagrazione non può che essere totale e devastante.
Sono termini semplici quelli dell‘Orrore, eppure proprio per questo arrivano dritti allo stomaco come un pugno secco che nasconde una lama affilata ricoperta di granelli di sale. Per accompagnare il testo la musica si tinge di un post-hardcore nerissimo grondante noise da ogni nota, seguendo il percorso artistico iniziato dalla band con il precedente album CVLTO, ma correggendo leggermente il tiro aumentando se possibile ancor di più la densità e lo spessore della botta finale.
Se questo è l’assaggio, il prossimo disco sarà quello a cui guardare come riferimento nel genere, non solo in Italia.