I paggetti di Satana.
Anni di rincoglionimento mediatico, cancel culture, fair play, volemose bene e all inclusive a tutti i costi hanno trasformato la società occidentale da apparentemente bacchettona (ma era una maschera) ad apparentemente libertina (ma pure questo è un travestimento).
Per dire, col cavolo che oggi sarebbe permesso mandare in seconda serata i film di Tinto Brass, e tantomeno vendere alla luce del sole fumetti tipo Vampirella o Sukia. Facevano parte di quelle cose “proibite” che però stuzzicavano la fantasia delle persone, in maniera tutto sommato più innocente di quanto sembri. I nostri nonni non si ponevano mica il problema del gender: c’erano maschi, femmine, “signorini” e “maschiacci”. Quel dico-non-dico che faceva vivere in maniera più leggera di oggi. Lo stesso vale per questioni pseudoreligiose: dall’invenzione del cinema muto in poi è stato, per diversi decenni, un susseguirsi di satanassi sempre più improbabili, scuse buone per mostrare qualche zinna e un paio di autoreggenti qua e là. Altro che serie TV splatter ultraviolente ben oltre il porno e psicologicamente disturbanti ma con la (finta) morale di fondo.
Insomma, si stava meglio quando si stava peggio.
Ecco, proprio da quel passato malizioso ma tutto sommato innocente sembrano essere spuntati fuori i Twin Temple, duo voce e chitarra made in USA che ripropongono in maniera divertentissima quel filone doo-wop off limits dedito al culto fumettistico di Lucifero e Luana Borgia. Già il titolo di questo nuovo singolo la dice lunga sul lato assolutamente fun e ironico che permea la musica dei Nostri, qualcosa che rimanda un po’ all’attitudine scanzonata e leggera di Zombina and the Skeletones (chi non ricorda la celeberrima hit Nobody Likes You When You’re Dead?), pur usando uno stile musicale diverso.
Divertenti e dissacranti, i Twin Temple sono pronti a regalare a chi li ascolta una sferzata di buonumore in tinta noire, sincero e senza menate come un tempo.