La malinconia ricoperta di glassa glitterata dei vecchi leopardi da dancefloor.
La paraculaggine è una caratteristica che troppo spesso viene giudicata in modo negativo. In realtà, se dosata e utilizzata come si deve, si trasforma nel valore aggiunto che eleva il tutto. Un po’ come la parolaccia: quando usata a dovere è un rafforzativo insostituibile più che una volgarità evitabile.
Maestri dell’essere paraculi, le vecchie glorie tecnopop Pet Shop Boys e Soft Cell uniscono le loro forze al servizio del nuovo singolo che lancia il recente album di questi ultimi, e il risultato non può che essere a modo suo eccellente. Purple Zone è la classica canzone dance alla PSB, con in più la voce di Marc Almond, una delle migliori della sua generazione, e fin qui tutto bene. Ma come spesso è successo nella carriera dei Soft Cell (ricordate Bedsitter?), dietro all’allegria upbeat della musica si cela un testo nero e malinconico, uno schizzo depresso scritto con il rossetto su uno specchio, non più di un fetido cesso in un club di Soho, ma quello di casa propria: gli strascichi mentali e psicologici di una vita costretta in quattro mura che giocoforza ha fatto emergere ogni nostra debolezza lasciandoci senza fiato.
Messi forzatamente di fronte ai fallimenti inevitabili di una vita, rimasti fondamentalmente soli, l’unico modo per uscire dalla “zona viola” è riprendere in mano la propria esistenza. Farlo ballando su un accattivante pezzo eurodance può essere, per alcuni, una soluzione vincente.
Soft Cell Pet Shop Boys Marc Almond
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