Seattle, 1994. Nottingham, 2022. Passano gli anni ma certa musica è per sempre.
Se avete guardato la terza stagione di Twin Peaks, ricorderete senz’altro l’epico finale con l’agente Copper che chiede a Carrie «in che anno siamo?» suscitando in quest’ultima un urlo di terrore.
Con i Minatore l’urlo di terrore non c’entra assolutamente nulla, è piuttosto «in che anno siamo?» la domanda che chiunque si farà dopo aver ascoltato il più recente singolo del duo inglese.
Perché già dalle prime note è innegabile che i due componenti del gruppo – Tommy Keeling, voce e chitarra, che solo fino a qualche tempo fa era una donna, e il batterista Morgan Pettigrew (sopravvissuto non a uno ma a ben due cancri) – per la loro proposta musicale si ispirino (e non poco) ai Nirvana, più precisamente a quelli più sporchi e grezzi – grunge quindi – del periodo di Bleach.
D’altronde basta guardare l’etichetta che sta dietro ai Minatore, che non a caso si chiama Grunge Pop Records, per capire in quali lidi musicali stiamo giocando. Tranquilli però, il gruppo ci mette del suo e non sembra essere l’ennesima band-clone senza arte né parte. Anzi, la potenza intrinseca è tangibile e indiscutibile. Chissà cosa riusciranno a combinare nei prossimi mesi, quindi meglio tenerli d’occhio.