Bonjour à tout le monde, siamo francesi e il nostro garage pop vi si attaccherà addosso come una Big Babol.
Un trio – una ragazza e due ragazzi – di Lione che hanno deciso di fare musica insieme solamente 4 anni fa. La loro storia è riassumibile così: ti trovi in cantina dei genitori, provi canzoni garage rock che più pop non si può poi tutto il mondo va a puttane. La cantina chiude, le scuole chiudono, pure i canali televisivi fanno cagare e allora cosa fai? Inizi a scrivere a distanza, tra Zoom e Skype, come se non ci fosse un domani.
Archiviate le restrizioni più severe, i tre iniziano a trovarsi nuovamente in quella vecchia ma accogliente cantina e dopo un attimo di spaesamento, ripartono esattamente dal momento nel quale il mondo si era fermato e, in men che non si dica, riescono a scrivere e registrare 11 canzoni per un totale di 33 minuti senza un momento di tregua. Il risultato è ottimo, tra tanto, tanto garage e ancora più pop.
Poi si sa, i Johnnie Carwash sono giovani-super giovani e non gliene sbatte un cazzo. Ed è proprio così che inizia il loro disco di debutto, con un dichiarato I Don’t Give a Shit, dove Jo, alla voce, Bill e Max, alla chitarra e batteria, – i cognomi non sono noti – ripetono per tutto il tempo quanto poco gliene frega di tutto.
Noi non gli diamo torto e intanto ci godiamo questa freschezza bubblegum-punk che non ha una sbavatura che sia una, dove tutto scorre liscio fino alla fine. Ogni tanto ci vuole anche roba così, dopotutto.